mt. 439 slm - km 57 da Potenza.
Una prima notizia certa relativa alla vita religiosa di Rapolla si ha quando,
verso l'anno 984, giunge nel Vulture il monaco siciliano Vitale da Castronuovo, autorevole figura del monachesimo di rito greco. Egli ha già edificato vari monasteri in Basilicata e, venuto a Rapolla con suo nipote Elia, crea una comunità. Vi muore nell'anno 994. Il suo corpo riposa ad Armento, presso cui egli aveva in precedenza operato. Testimonianze della cultura italo-greca da lui diffusa nella zona sono le numerose cripte, che, passate al demanio, sono in gran parte degradate.
Il paese è già sede vescovile qualche anno anteriore al 1037. A questa
data si ha infatti notizia del primo nome di un vescovo, Nando. Con Bolla del 1068 papa Alessandro II (1061 - 1073) pone la diocesi alle dirette dipendenze della Santa Sede.
Roberto il Guiscardo arricchisce Rapolla di privilegi feudali e benefici ecclesiastici. I Normanni mettono però le numerose cripte eremitiche alle dipendenze non del vescovo ma dei frati Benedettini di Monticchio. Quando nel 1400 questa comunità religiosa viene soppressa, anche i monaci delle cripte vulturine si disperdono e con essi il ricco patrimonio posseduto. Sopravvive la piccola comunità benedettina femminile di Santa Caterina, che, dopo il 1528, si trasferisce ad Atella.
Nel 1581 arrivano i Minori Osservanti, che lasciano di lì a poco il paese per non aver incontrato il favore dei suoi abitanti.
L’autonomia ecclesiastica di Rapolla cessa nel 1525 allorché la diocesi viene accorpata a quella di Melfi.