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Il Viandante: Tricarico - Chiesa di Santa Chiara

 

Ignoto, Maria Assunta fra i Ss. Pietro e Paolo, tela, XVI secolo.  

La chiesa di S. Chiara viene edificata nel 1322 ed  è collocata all’interno del complesso fortilizio costruito da Roberto il Guiscardo nel 1070 e rimaneggiato dagli Angioini. Tale fortilizio, esclusa la torre, è trasformato in monastero delle Clarisse nel 1333 per volere di Sveva, contessa di Tricarico. La torre è donata alle suore dal duca di Revertera allorché alcune sue figlie prendono il velo.  La chiesa, a navata unica,  è stata più volte modificata durante i secoli. 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, Santa martire, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso, parete est.

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, San Leonardo, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso.

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, S. Giacomo l'Interciso, affresco,  1611, Cappella del Crocifisso, parete est.

I testi siriaci, greci, latini, copti, armeni, sono concordi nel dire che questo Giacomo nacque in Persia da nobile famiglia. Divenne alto funzionario dell'imperatore Jazdaghird I (399-420). Si convertì al cristianesimo ma il nuovo imperatore, Bahram V, lo dissuase ventilandogli anche la possibilità di allontanarlo dalle cariche di corte se fosse rimasto cristiano. Giacomo allora abiurò ma sua madre e sua moglie, anch'esse cristiane, insistettero perché egli si ravvedesse. Cosa che fece. Era l'anno 421 e l'Imperatore allora lo fece fare a pezzi. Per tale motivo  chiamato "l'Interciso", cioé fatto a pezzi membro a membro. Una tradizione vuole che il suo capo venisse trasportato dal fastoso palazzo Pemdje (Persia) alla badia di Cormery, presso Tours in Francia.

La sua festa si celebra il 27 novembre. La presenza del dipinto in questo convento aveva forse la funzione didattica di ricordare il significato e i rischi della fede ritrovata.

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

Pietro Antonio Ferro, Decollazione di S. Giovanni Battista, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso, parete ovest.

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

Pietro Antonio Ferro, Annunciazione, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso, parete nord.

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, Ecce homo, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso, parete nord, registro inferiore, a sinistra.

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, Madonna con Bambino incoronata da due angeli, affresco, 1611,  Cappella del Crocifisso,  parete nord, a sinistra.

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, Visione di Sant’Eustachio, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso,  intradosso.

  Il pittore descrive il momento saliente della vita di sant’Eustachio: l’apparizione nella foresta  del cervo con una croce luminosa tra le corna, cervo che parla al cacciatore e lo porta alla conversione.   Il cacciatore si chiamava Placido (che col battesimo prenderà il nome di Eustachio), era un generale di Traiano, imperatore romano dal 98 al 117. Dopo la conversione fu privato di tutte le  sostanze, della moglie e dei figli. Traiano lo richiamò al comando dell’esercito e Placido/Eustachio sconfisse i barbari invasori e riottenne così  beni e famiglia. Il nuovo imperatore, Adriano, saputo che il generale era cristiano, riservò a lui e ai familiari un atroce  martirio: li pose in un toro di rame, sotto il quale fece bruciare il fuoco per tre giorni. 

 

 

Pietro Antonio Ferro, Tobiolo e l'angelo Raffaele,  affresco, 1611, Cappella del Crocifisso, volta, tondo grande.

   Tobiolo un personaggio dell'Antico Testamento che vince il diavolo Asmodeo e rende la vista al proprio padre Tobia. Il racconto ha lo scopo di raccomandare l'osservanza della Legge e in particolare la pratica della beneficenza, mostrandone la remunerazione in questa vita.

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, San Pietro, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso, volta, tondo grande.

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, San Michele, affresco, 1611,  Cappella del Crocifisso,  volta, tondo grande

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, Maria, Gesù e sant'Anna, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso,  riquadro nel rene della volta.

   La Cappella del Crocifisso,   ricca di un ciclo di affreschi dipinto da Pietro Antonio Ferro, nativo del luogo, il quale rivela di conoscere le correnti allora presenti nelle scuole pittoriche romana e fiorentina.

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, S. Caterina d'Alessandria, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso,  riquadro nel rene della volta

L'immagine raffigura la santa nata ad Alessandria d'Egitto nel IV secolo e divenuta una delle più "strumentalizzate" dal Medio Evo in poi al fine di fornire ai devoti un esempio di vita edificante e di fede incrollabile pur in presenza di grandi tentazioni.

La "Passio" della Santa narra che l'imperatore Massenzio (306-312), di passaggio per Alessandria, celebra un sacrificio agli déi. La bellissima principessa Caterina, il cui "viso è come il sole e splendete è la sua figura come giglio", rimprovera all'imperatore di adorare i falsi déi. Massenzio chiama 50 filosofi per discutere le verità evangeliche sostenute dalla principessa. Ella li confonde tutti e l'imperatore li manda a morte. Ma egli è innamorato follemente della giovane e le propone di sposarlo. Lei lo respinge affermando di essere "sposa del vero Dio". Dopo un supplizio con la ruota dentata,  le viene tagliata la testa.

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, S. Filippo apostolo, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso,  rene della volta.

 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 

 

 

 

Pietro Antonio Ferro, Il velo della Veronica, affresco, 1611, Cappella del Crocifisso.

   Il termine “veronica” deriva dal latino verus=vero e dal greco eikòn=immagine e si riferisce alla leggenda secondo cui un monacello del V secolo, per accreditare una raffigurazione di Cristo, compose una lettera secondo la quale un re di Edessa aveva chiesto a Gesù di accorrere a guarirlo o ad inviargli un ritratto, capace di ridargli la salute. Due  secoli dopo si scoprì che quell’immagine di Cristo esisteva ancora  e venne chiamata  “veron ike”,  la vera immagine. E' leggenda. 

   La Chiesa non ha mai riconosciuto santa Veronica. Ella è infatti  assente dagli elenchi agiografici pur se la tradizione l’ha collocata tra le donne incontrate da Gesù sulla Via Dolorosa (Luca 23, 27-31).

   Nel corso dei secoli gli artisti hanno speso il loro talento nel dare vita - con dipinti, vetrate, sculture - a questo personaggio immaginario. 

(cfr. Scheda - Pietro Antonio Ferro)

 

 
 
 
 
 

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