Piano del Cilento, 1662 - Napoli, 1728
Tra i tanti pittori napoletani del periodo facenti capo alla lezione giordanesca, De Matteis quello che la critica ha riscoperto maggiormente grazie alla qualità dei suoi esiti artistici e per l'influenza esercitata su molti epigoni minori.
Dopo il tradizionale periodo di apprendistato, si mette in luce con una serie di opere in Abruzzo (Campli e Castel di Sangro), alle quali seguono quelle realizzate per il mercato della Puglia, dove attestata la sua presenza tra il 1711 ed 1713.
La sua produzione migliore, comunque, caratterizzata dalla riscoperta di un classicismo accademico privo, però, dello schematismo decorativo della Scuola Napoletana ed rintracciabile in Campania (Cava de' Tirreni e Guardia Sanframondi) ed in Calabria.
Nelle opere realizzate in questo periodo, si denota una maggiore aderenza al modello di Luca Giodano (1623-1705), la qual cosa che darò esiti artistici assai felici e che gli vale l'apprezzamento anche del pubblico internazionale. La presenza di sue opere , infatti, documentata anche in Spagna, Francia, Austria ed Inghilterra ed egli stesso, probabilmente, soggiorna in queste nazioni, rendendo "europea" la sua statura artistica.
Opere presenti in Basilicata
- Genzano di Lucania, Visione di S. Antonio, 1697, parrocchiale;
- Melfi, Martirio di S. Alessandro, 1690, Cattedrale;
- Ripacandida, S. Eulalia, chiesa di S. Donato.