funghi area 3Nei boschi del monte Coccovello di Trecchina, sotto annosi castagni, è possibile rinvenire una vasta gamma di funghi: dai porcini (Boletus) molto apprezzati per le loro qualità organolettiche, all'ovolo buono (Amanita cesarea), dalla cosiddetta lingua di bue (Fistulina epatica) alla Russula aurea (colombina dorata). 

Nei boschi di latifoglie, in particolare in quelli di faggio, cerro e ontano che ricoprono le pendici del Sirino, si trovano numerose e splendide specie di funghi appartenenti ai generi Amanita, Russula, Cortinarius, Clitocybe, Ramaria, Leccinum, Armillaria

Particolarmente apprezzato da giovane, soprattutto a Maratea, è anche il Laetiporus sulphureus, il cosiddetto fungo del carrubo. 

Nelle radure, nei pascoli e nei luoghi incolti di questo territorio, regna sovrano il Pleurotus Eryngii (cardoncello), un fungo dalle caratteristiche organolettiche straordinarie che, da sempre, allieta ed impreziosisce le tavole dei lucani.

Il monte Sirino Lago Laudemio Le spiagge Punta Santa Venere La macchia mediterranea Andar per funghi

Il gruppo montuoso del Sirino-Papa, con i suoi 2.000 metri di altezza, è la seconda vetta dell'Appennino meridionale.

D' inverno la neve richiama folle di appassionati di sport invernali. 

Funzionano diversi impianti di risalita, tra cui una moderna seggiovia che trasporta fino a quota 1.800 metri i discesisti più esigenti. Intorno al lago Laudemio, di origine glaciale, si può praticare lo sci nordico e di fondo in particolare.

Anche nelle altre stagioni la montagna offre generose opportunità agli amanti della vita all'aria aperta. In primavera la neve, sciogliendosi, forma fantastiche cascate che alimentano i più importanti corsi d'acqua della regione.

D'estate è possibile effettuare sia scampagnate gastronomiche, sia soggiorni in campeggio libero. 

Da metà estate fino ad autunno inoltrato, i cercatori di funghi si troveranno in un vero paradiso.

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Per un tratto di pochi chilometri, nel Golfo di Policastro, la montagna calcarea lucana incontra il Mar Tirreno, creando un paesaggio di straordinaria suggestione, con pareti a strapiombo sul mare, piccole insenature con spiagge di ghiaia, sabbia finissima e promontori rocciosi che il mare periodicamente isola dalla terraferma. 

I fondali marini, profondi e incontaminati, sono l'ideale per gli amanti delle escursioni subacquee.

In questo paesaggio fantastico, bagnato da uno dei  mari più puliti d'Italia (Maratea è dotata di depuratori all'avanguardia in Europa), non mancano miriadi di piccole cale raggiungibili solo dal mare, o le stazioni balneari attrezzate per i turisti più esigenti, quali Acquafredda, Fiumicello, Santavenere, Porto, Marina e Castrocucco. 

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Partendo da Lagonegro, percorrendo per poco più di 3 chilometri la strada per Moliterno, si raggiunge l'incantevole Lago Laudemio.

Su un pendio del monte Papa nel massiccio del Sirino, a 1.500 metri sul livello del mare, è situata la conca del piccolo lago Laudemio. 

E' il più meridionale dei laghi di origine glaciale e occupa 25 ettari. La località è molto frequentata soprattutto in inverno, per la presenza di impianti sciistici attrezzati.

L'area protetta è caratteristica anche per la presenza di alcuni vegetali come la "Vicia sirinicae" e "l'Astragalus sirinicus", due erbe presenti solo in questa zona del Monte Sirino.

La ricca vegetazione boschiva abbonda di fragoline di bosco, lamponi e more.

Nelle immediate vicinanze del lago si può ammirare un'opera scultorea dedicata "al montanaro".

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macchia mediterraneaPer un breve tratto di costa, la montagna calcarea incontra il mar Tirreno. 

Le pareti sono a strapiombo sul mare e presentano piccole insenature con spiagge ghiaiose. 

La vegetazione naturale che prevale è la macchia mediterranea. 

Sulle pareti calcaree d'estate fiorisce la campanula azzurra (Campanula fragilis Cyr.) e resistono piccoli esemplari di pino d'Aleppo.

Caratteristici i fichi d'India e le agavi, dalle cui foglie coriacee si ricavano fibre tessili, e le buganville dalle spettacolari fioriture.

Il rimboschimento si effettua con l'introduzione delle conifere (pini, cipressi) per far fronte ai numerosi incendi, spesso dolosi, che d'estate distruggono i boschi montani.

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