il castello di brienzaLe prime testimonianze documentarie riguardanti il Castello Caracciolo risalgono ad epoca angioina, ma probabilmente la data di fondazione del maniero è precedente e si può porre, secondo alcuni storici, intorno al IV secolo.

Interamente rifatto nel 1571, di esso rimane traccia nel mastio cilindrico, che emerge dalla massiccia mole, e nella semitorre circolare, situata al centro della cinta muraria per interrompere l'uniformità della cortina e assicurare una più efficace difesa.

Ai Caracciolo si devono i successivi ampliamenti e la singolare forma, quasi triangolare, su tre piani.

Una scalinata in pietra, a cielo aperto, conduce ad un terrazzo a terrapieno posto davanti all'ingresso principale.

I Caracciolo, con alterne vicende, rimasero proprietari del feudo e del castello fino al 1857, anno in cui l'ultima esponente della famiglia, Maria Giulia, lo lasciò in eredità al nipote Luigi Barracco.

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convento di santa maria de planoEntrando nel paese di Calvello da sud si nota l'interessante ponte di pietra di Sant'Antuono, del XII secolo. Il ponte congiunge il Rione Sant'Antuono con il Rione il Piano, dove si trova il complesso conventuale di S. Maria de Plano.

Il Convento è articolato intorno al chiostro quadrangolare, con pozzo centrale, affrescato lungo le volte nelle sue quattro ali.

La Chiesa fu fondata dai benedettini e passata poi ai francescani.

Della chiesa si possono ammirare i due portali con capitelli di stile corinzio finemente lavorati e ornati con motivi vegetali a casco di foglie d'acanto, realizzati nella bottega di Melchiorre da Montalbano (arch. scult. doc. 1273-1279).

All'interno, la statua lignea della Madonna del 1100, l'altare maggiore in stile barocco e un coro ligneo del 1800.

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il castello di laurenzanaIl paese è dominato dal castello. 

Posto su un'altura, sfrutta alle sue spalle un lato naturalmente e praticamente inaccessibile.

Il complesso architettonico, successivo alla nascita del centro urbano, risale ai secoli XII e XIII. 

Nei secoli successivi sono stati effettuati molti interventi, anche radicali.

Il castello garantisce il perfetto controllo di tutto il territorio circostante, grazie alla posizione dominante ed alle torri circolari. 

All'interno della cinta muraria erano presenti altre forme di difesa, che rendeva la roccaforte praticamente inespugnabile.

Attualmente il castello, benchè in forte degrado, mantiene intatta la propria maestosità, ergendosi con la sua mole sul borgo circostante.

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campomaggiore vecchioViene denominato "Campomaggiore vecchio" l'antico abitato di Campomaggiore, quasi interamente distrutto il 10 febbraio 1885 da una frana che costrinse gli abitanti a trasferirsi nel luogo dove sorge l'attuale centro.

Dell'insediamento di Campomaggiore vecchio, dislocato su tre terrazzi collinari, fondato dalla famiglia Rendina nel 1741, rimangono oggi i ruderi del grande Palazzo Baronale con possenti mura e della Chiesa di Santa Maria del Carmelo.

Entrambi affacciano sulla grande piazza, opera di un allievo del Vanvitelli. 

Sul retro del palazzo baronale vi è un raro esemplare di sequoia, importata dal conte Cutinelli- Rendina.

Il fascino di questo paese fantasma si unisce ad uno dei panorami più suggestivi della Valle. 

Di fronte a questa località, infatti, dall'altra parte del fiume, si innalzano in tutta la loro grandiosità le caratteristiche formazioni rocciose chiamate Dolomiti Lucane.

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la fortezza saracena di pietrapertosaIl Sentiero della Croccia conduce agli ultimi resti di un'antica città del IV secolo a. C., mentre il Sentiero di Tempa Castello porta ai ruderi di un antico centro, testimoniato da case e scalinate nella roccia.

Al tempo in cui i saraceni imperversavano per le province di Matera e Potenza, un avamposto militare fu creato da un arabo che tutti chiamavano Bomar, ma del castello di Pietrapertosa non si conosce più nulla.

Il nucleo originario, documentato come fortilizio saraceno, è identificabile nell'Arabata, ai piedi del castello, ricostruito dai Normanni. 

Acquistò importanza nel periodo normanno-svevo e si schierò dalla parte degli Svevi, nella rivolta ghibellina del 1268.

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