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monte vultureIl monte Vulture, 1326 m, è di origine vulcanica e cominciò a formarsi 800.000 anni fa quando ci furono le prime esplosioni. 

La lava che fuoriusciva dalle diverse bocche si depose sulle sponde conformandosi via via con le caratteristiche morfologiche del terreno.

Oggi ormai spento, il Vulture presenta la tipica forma di cono tronco ed è ricoperto da una ricca vegetazione che cresce rigogliosa grazie alla fertilità del suolo. 

Le peculiarità di questa zona che oltre alla grande bellezza paesaggistica ospita la Brahmea, farfalla notturna in via di estinzione individuata sin dal 1961, ne hanno fatto un'area protetta. 

Dal 1971, infatti, a salvaguardia del patrimonio ambientale e faunistico è stata istituita la riserva naturale orientata Grotticelle, area di grande interesse anche per le sue formazioni forestali caratterizzate dalla presenza di specie dell'Europa Sud-Orientale.

Acanthobrahmea europeaUna menzione speciale merita, nel panorama faunistico del massiccio del Vulture, la farfalla Acanthobrahmea europea.

Rinvenuta nell'area della riserva nel 1963, unica specie europea di un genere per il resto diffuso in Asia e nell'Africa Nord-Orientale e che si riteneva estinta in Europa da almeno 300 milioni di anni.

Questa falena notturna, che vive solo nel ristretto ambito territoriale di un rilievo collinare a sud-ovest dell'edificio vulcanico, rappresenta una vera e propria rarità entomologica.

flora e fauna del vultureI boschi che ricoprono il monte Vulture sono costituiti essenzialmente da alberi di Castagno, Cerro e Faggio, accompagnati da specie arboree ed arbustive quali la Rovella, l'Acero montano e il Pioppo. 

Tra gli arbusti meritano di essere menzionati il Nocciolo, il Cratego e la Rosa selvatica.

La complessità e l'unicità degli ambienti naturali del Vulture ha consentito il permanere di una fauna ricca e diversificata, che annovera numerose specie protette.

L'ambiente umido dei laghi di Monticchio si distingue per la presenza di varie specie di anfibi e rettili e di una ricca fauna ittica; inoltre si possono avvistare in periodo riproduttivo lo Svasso maggiore, la Folaga, la Cannaiola. 

Nella zona submontana del querceto misto, invece, la ricchezza di nicchie ecologiche presenti fa sì che nidifichino specie protette quali il Nibbione reale, lo Sparviero, il Falco pecchiaiolo, il Picchio rosso e l'Upupa; vivono qui inoltre numerose specie della fauna silvana, come il Riccio, il Ghiro, la Volpe e la Faina. 

Infine, specie rare o minacciate di estinzione come il Moscardino, il Gatto selvatico, il Gufo e il Corvo imperiale popolano le faggete delle zone montane.

laghi di monticchioUna ricca e florida vegetazione caratterizzata da fitti boschi di faggi, pini, abeti, castagni crea un'incantevole cornice ai laghi di Monticchio. 

Sorti sul cratere del vulcano spento, il Lago Piccolo e il Lago Grande sono divisi da un ruscello e appaiono come due gemme che di giorno riflettono i bagliori della natura verdeggiante plasmandosi e confondendosi con essa, di notte danno vita a paesaggi di grande suggestione.

Gli amanti della natura troveranno in questo splendido scenario l'habitat adatto alle loro esplorazioni e potranno gustare l'acqua leggermente frizzante che sgorga naturalmente dai ruscelli.  

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marmo platanoIl territorio della Valle del Melandro e del Marmo comprende i comuni di Bella, Baragiano, Picerno, Tito, Satriano di Lucania, Sasso di Castalda, Brienza, Sant'Angelo Le Fratte, Savoia di Lucania, Vietri di Potenza, Balvano, Muro Lucano, Castelgrande e Pescopagano.

Il Melandro ed il Marmo sono i due torrenti che raccolgono le acque di gran parte della zona occidentale della Basilicata. Appartengono al grande bacino idrografico del Sele. 

Le zone di quest'area sono prevalentemente montuose, costituite da paesaggi forestali e brulli scenari di dorsali rocciose battute da venti e prive di vegetazione arborea. 

Le zone pianeggianti interne, come la Piana di Tito e di Baragiano, un tempo interessate da attivitàagricole, attualmente sono divenute aree di insediamenti industriali. 

Nella zona occidentale sono presenti le foreste di faggio di Monte Paratiello che, nelle aree più basse, lasciano il posto a bellissimi boschi di cerri.

 
 
 
 
 

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