E' una bellissima zona archeologica sul golfo di Taranto, collocata tra le foci dei fiumi Bradano e Basento. 

Il sito dell'antica Metapontion conserva quanto si è salvato dalle continue spoliazioni del passato. 

Rivela un centro abitato con planimetria regolare, formata da isolati allungati, con una plateia (l'asse viario principale) e strade perpendicolari secondarie. La città era collegata al mare da un canale.

Vi sono resti di mura, un teatro costruito su un terrapieno artificiale, la necropoli di Crucinia, che comprende i resti del santuario dedicato ad Apollo Licio e l'attigua Agorà. 

In esso sono situati quattro templi: il più antico è dedicato ad Atena, il tempio di Apollo, i resti del tempio di Hera in stile dorico e il tempio dedicato ad Afrodite. 

Si conservano due fornaci nel quartiere dei vasai e il castrum romano, costruito forse per ospitare la guarnigione. 

Si possono inoltre ammirare i resti di una chiesa paleocristiana con battistero.

Parco archeologico di Metaponto Museo archeologico di Metaponto Le tavole Museo nazionale della Siritide L'antica Heraclea di Policoro

Il Museo Nazionale del Metapontino conserva il ricco patrimonio di materiali archeologici venuti alla luce nella colonia greca di Metaponto.

All'interno del museo sono ricostruite le varie fasi: le prime manifestazioni preistoriche, l'arrivo dei Greci nel V secolo a.C., la formazione della colonia di Metaponto tra i fiumi Bradano e Basento, la romanizzazione.

Nelle sale sono esposti i manufatti della cultura locale e i raffinati vasi italomicenei torniti e decorati. 

Molti di questi materiali venivano lavorati direttamente sul posto da artigiani emigrati in occidente.

Una sezione è dedicata alle armi, agli ornamenti personali, molti dei quali in bronzo, sia maschili che femminili; questi ultimi sono particolarmente pregevoli.

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Il Museo Nazionale della Siritide di Policoro sorge nelle vicinanze dell'antica Siris-Herakleia.

E' dedicato alle colonie greche di Siris (VII-VI secolo a.C.) e di Herakleia (V secolo a.C.-I/IIsecolo d.C.) e al mondo italico delle vallate dell'Agri e del Sinni. 

Attraverso un'esposizione basata su criteri cronologici e topografici, documenta i diversi aspetti delle due successive colonie greche, come la vita civile, economica e religiosa, l'artigianato. 

I reperti archeologici provengono sia degli abitati sia delle relative necropoli, come la cosiddetta "Tomba di Policoro".

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Testimonianze della floridezza dell'antica polis di Metapontum sono ancora visibili nelle aree archeologiche. 

Su una collina è possibile ammirare le Tavole Palatine, nome con cui tradizionalmente si indicano i resti del tempio extraurbano dedicato a Hera. 

Realizzato in stile dorico nel 530 a.C., è l'unico edificio monumentale di culto di cui si conserva parte del colonnato esterno.

La costruzione originaria aveva 6 colonne sul lato corto e 12 colonne su quello lungo, ma ne rimangono solo 15, disposte in due ali, rispettivamente di 10 e 5 colonne ciascuna, le quali sostengono due pezzi dell'architrave. 

Le colonne sono state restaurate nel 1961.

 

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Heraclea fu fondata dai tarantini sui resti di Siris, nel 434/433 a.C.. 

La nuova città, il cui nome deriva da Ercole, ereditò da Taranto istituzioni politiche e lingua, divenendo un importante centro.

Nel 374 a.C. Heraclea divenne capitale della Lega Italiota al posto di Thourioi, caduta in mano ai Lucani. In seguito a questo evento, Heraclea visse il periodo di maggior splendore politico.

Nel 280 a.C., Heraclea si trovò coinvolta nella guerra tra Roma e Taranto. 

Sul suo territorio, e più precisamente presso l'attuale Panevino, si svolse la famosa battaglia in cui Pirro sbaragliò i romani con i suoi elefanti.

Risalgono probabilmente a quest'epoca le Tavole di Heraclea, ora conservate nel Museo di Napoli, considerate un documento fondamentale per la conoscenza non soltanto di Heraclea, ma di tutta la Magna Grecia.

Nella tarda età repubblicana, Heraclea fu sconvolta da tumulti sociali e nel 72 a.C. è turbata dal passaggio di Spartaco. 

La popolazione abbandonò la parte bassa della città, trovando rifugio nella parte alta. Decadde in età imperiale.

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