capriataA Matera, nei primi giorni di agosto, i materani preparavano la "capriata" o "arrappat", cioè cibo da capre, simbolo di una vita e di una terra poco generosa, dove gli uomini hanno lottato per la sopravvivenza, strappandole tutto ciò che era possibile. 

Questo era un piatto speciale che raccoglieva quasi tutti i prodotti della terra ed era il ringraziamento di un buon raccolto e l'auspicio per uno migliore. 

Gli ingredienti erano: ceci, fave, cicerchie, piselli, fagioli, lenticchie, pomodori, sedano, basilico, prezzemolo, cipolle, aglio, grano, granone e patate novelle. 

Si mettevano a bagno i legumi secchi e il grano per una notte, poi si sistemavano in un pentolone con acqua, pomodoro, cipolla, aglio, olio d'oliva e sale, e si cuoceva il tutto a fuoco lento. 

Il segreto per la buona riuscita di questa pietanza stava nei tempi di cottura di ciascun ingrediente.

La capriata La pasta e il pane Le olive di Ferrandina Il cardoncello

pasta e pane di materaIl pane prodotto in quest'area, specialmente quello di Matera, è fra i migliori del meridione per la gradevole fragranza e l'alta digeribilità. 

Il pane è fatto di sola semola e deve avere, inoltre, un'alta dotazione in glutine. 

Nella sua versione originale il pane viene cotto in forno di pietra con legna di quercia e le forme così create raggiungono e a volte superano i cinque chilogrammi di peso.

Accanto al pane, un altro tema ricorrente della gastronomia lucana è la pasta fatta in casa con farina di grano duro, che viene lavorata a mano in diverse forme, lasciata essiccare per poche ore, quindi condita nei modi più disparati.

Nel Materano si preparano soprattutto le orecchiette, piccoli pezzi di pasta rigirati col pollice della mano per far prendere all'impasto la forma di una piccola orecchia. 

Le orecchiette vengono cucinate in varie maniere, soprattutto condite con sughi di carne o a base di solo pomodoro.  

La capriata La pasta e il pane Le olive di Ferrandina Il cardoncello

cardoncelloIl cardoncello (Pleurotus eryngii) è un fungo squisito, anche se non raggiunge grosse dimensioni. Cresce spontaneo soprattutto in alcune zone della Basilicata e di altre regioni del sud Italia. 

E' un micete molto conosciuto e apprezzato fin dai tempi degli antichi romani per il sapore delicato e straordinario che rende scintillante qualsiasi pietanza, riuscendo a sedurre i palati, anche i più raffinati. 

La cucina lucana ne fa largo uso. 

Molte delle sue ricette, infatti, hanno come ingrediente base questo prodotto prezioso della natura, con cui si è soliti preparare antipasti appetitosi e sughi succulenti in grado di esaltare, soprattutto, le pietanze realizzate con pasta di casa, oppure i secondi piatti. 

Questi funghi possono essere cucinati in tutti i modi: alla griglia, gratinati, trifolati, da soli oppure con carne (prevalentemente agnello), con ortaggi (patate, peperoni, fagioli ecc.) 

In ogni caso un piatto a base di questo prodotto conferisce alla tavola e, quindi, alla padrona di casa, un enorme prestigio, essendo segno di estrema raffinatezza.

La capriata La pasta e il pane Le olive di Ferrandina Il cardoncello

le olive nere di ferrandinaLa preparazione delle olive nere originarie dell'area di Ferrandina è abbastanza complessa, ma garantisce risultati eccellenti.

Le olive si fanno appassire per una settimana su ripiani di legno, quindi vengono scottate nell'acqua bollente per un minuto e messe, dopo averle fatte asciugare, in vasi di vetro o di terracotta con sale e origano. 

Per una settimana vengono periodicamente rigirate prima di essere messe nel forno non troppo caldo per un ulteriore avvizzimento.

Riposte in anfore di terracotta, si conservano al fresco per un anno e più. 

Le olive così preparate possono essere mangiate o impiegate in cucina per diversi tipi di ricette a base di sughi, carne o pesce. 

La capriata La pasta e il pane Le olive di Ferrandina Il cardoncello

 
 
 
 
 

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