A Matera, nei primi giorni di agosto, i materani preparavano la "capriata" o "arrappat", cioè cibo da capre, simbolo di una vita e di una terra poco generosa, dove gli uomini hanno lottato per la sopravvivenza, strappandole tutto ciò che era possibile.
Questo era un piatto speciale che raccoglieva quasi tutti i prodotti della terra ed era il ringraziamento di un buon raccolto e l'auspicio per uno migliore.
Gli ingredienti erano: ceci, fave, cicerchie, piselli, fagioli, lenticchie, pomodori, sedano, basilico, prezzemolo, cipolle, aglio, grano, granone e patate novelle.
Si mettevano a bagno i legumi secchi e il grano per una notte, poi si sistemavano in un pentolone con acqua, pomodoro, cipolla, aglio, olio d'oliva e sale, e si cuoceva il tutto a fuoco lento.
Il segreto per la buona riuscita di questa pietanza stava nei tempi di cottura di ciascun ingrediente.

