Ricostruiti sulla base di esemplari conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, erano utilizzati dai ragazzi per i loro esercizi scolastici e per l’invio di brevi messaggi. La tavolettedi legno era ricoperta da uno strato di cera sul quale venivano scritte le parole con uno stilo appuntito; per cancellare lo scritto si utilizzava un raschietto posto all’atra estremità.
Per la redazione di testi venivano usati il papiro o la pergamena, ma il loro costo eccessivo imponeva che fossero utilizzati con parsimonia e non sono rari gli esempi di fogli riutilizzati o scritti senza lasciare margini. I libri venivano redatti su fogli che poi erano incollati tra loro a costituire una lunga striscia che era poi arrotolata (volumen). L’autore consegnava il proprio manoscritto al bibliopola (libraio) che lo faceva ricopiare in molte copie dai librarii o amanuenses , schiavi colti e quindi di grande valore. I libri, ricopiati a mano uno per uno su materiale costoso venivano quindi ad essere un genere di lusso.