Molte testimonianze dimostrano che Federico amava molto le occasioni conviviali.
Più che di banchetti sfarzosi e ricche abbuffate, si trattava di cene raffinate, cui partecipava la sua corte e, spesso, i maggiori personaggi dell'epoca.
L'imperatore amava cibarsi di carni allo spiedo, in particolare di lepri e di allodole, sia in guerra che durante le lunghe battute di caccia.
Apprezzava invece i volatili, fagiani compresi, che cacciava con i falchi.
La caccia con il falcone era fra i suoi passatempo preferiti, tanto che ha lasciato un famoso codice, il "De arte venandi cum avibus".
Federico II amava molto anche il pesce, in modo particolare la razza e l'anguilla (le anguille provenivano dal Lago di Lesina, feudo del conte Matteo Gentile) trattata con l'aceto e conservato in gelatina, molto usata anche oggi in Puglia e Molise.
Il cinghiale, molto comune all'epoca, non costituiva uno dei suoi piatti preferiti.