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Si pensa che la storia di Matera possa essere soltanto la "storia dei Sassi". Essa , invece, anche storia della sua Chiesa, la quale presenta una ricchezza di personaggi, che le hanno dato un alto profilo religioso, e di istituzioni ecclesiastiche, che le hanno conferito una particolare dimensione di spiritualità. In ordine ai primi, Matera ha avuto insigni vescovi, tra i quali vanno ricordati Fr. Lorenzo dei Predicatori (1268-76), eminente in seno al Concilio di Lione (1274); Fr. Landolfo de Predicatori (1306-7), morto in odore di santità e proclamato Beato; Bartolomeo Prignano (1363-77), eletto papa col nome di Urbano VI (1378-89); Giovanni Saraceno (1531-56), dottissimo, operoso, importante teologo al Concilio di Trento, poi Governatore di Roma e poi ancora cardinale; Vincenzo Lanfranchi (1665-76), che, preoccupato di riqualificare il clero materano, fonda il seminario; Antonio Maria Brancaccio (1703-1722), fondatore di varie opere socio-religiose tra cui il Monte frumentario; Vincenzo Cavalla (1946-54), uomo di grande spiritualità.
Per le istituzioni ecclesiastiche Matera ebbe un movimento molto vivace di frati e suore a cominciare dai primi secoli del cristianesimo. Ci furono qui i Benedettini coi loro cenobi fin dall' VIII secolo; i Minori Cappuccini (1562); gli Agostiniani (1591); i Carmelitani (1608); i Minori Riformati (1604); i Domenicani e le suore di Santa Chiara e via dicendo.
Infine gli eremi, le chiese lauriotiche, le chiese cenobitiche, dei casali, i santuari, le cappelle, formano il ricco patrimonio di chiese rupestri (circa 147) e testimoniano il grande insediamento monastico avvenuto nel Medioevo, in ciò favorito anche dalla natura del terreno, in gran parte tufaceo. I monaci, aiutati da maestranze locali, non hanno costruito, ma scavato per ricavare gli ipogei. Le cripte, inoltre, si caratterizzano sia per varietà architettonica, pur se qualche volta essa cede a necessità liturgiche richiedenti spazi specifici, sia per il loro patrimonio di affreschi.